Signor Presidente del consiglio del Ministri Prof. Mario Draghi,
la scrivente Confederazione CSE e il SUNAS, sindacato professionale degli assistenti sociali intendono sottoporre alla attenzione Sua e del Governo alcune proposte e richieste in tema di politiche e servizi sociali, di diritti delle persone, di sviluppo delle comunità.
La visione di ampio respiro e di forte pragmatismo con cui ha rappresentato le linee d’indirizzo del suo Governo in materia di occupazione e di riforma del mercato del lavoro, di revisione del sistema fiscale, di innovazione tecnologica, di sviluppo economico orientato alla transizione ecologica e alla tutela dell’ambiente, ci trovano concordi nell’attesa che esse si traducano in azioni concrete.
Come sindacato abbiamo l’obbligo e il dovere di rappresentare la necessità di andare oltre le misure finora adottate in materia di welfare, politiche sociali e salute, anche perché quelle previste dalla legge di bilancio 2021 non saranno sufficienti a rispondere adeguatamente alle esigenze di un sistema che sinora ha dato risposte settoriali, slegate da una visione d’insieme, senza una visione strategica che ricomprenda tutte le criticità e le peculiarità che il paese presenta per ricomporle in un piano strategico nazionale….
Parliamo, per quanto ci compete, del sistema dei servizi sociali, vittima di un depauperamento e di una frantumazione di risorse economiche e professionali, abbandonato da decenni, che oggi assieme a quelli dell’istruzione e della salute si configura come uno dei punti nevralgici nel sistema dei servizi essenziali, da sanare e ricomporre su tutto il territorio nazionale.
Rappresentiamo professionisti che si occupano di persone, di bisogni, di diritti da garantire, di risorse e servizi capaci di sorreggere la vita delle comunità locali, che fronteggiano disagi e problemi sociali conclamati, nell’impegno di costruire e co- progettare nuovi percorsi e nuove opportunità oltre la sfida della pandemia, per garantire anche la ricomposizione di equilibri sostenibili e di coesione nella vita sociale.
Affermiamo che il servizio sociale ha un ruolo di advocacy tra le istanze e i bisogni delle persone e le scelte dei decisori politici per rivendicare un sistema di welfare orizzontale e di giustizia sociale.
Siamo convinti della necessità di una visione culturale moderna che sappia tener conto di determinanti sociali per superare le categorie delle fragilità, delle patologie e delle vulnerabilità fisse, delle condizioni di disagio sociale per il raggiungimento di una condizione di benessere lungo l’arco della vita.
Gli assistenti sociali operano in tutti i settori della P.A. (sanità, enti locali, giustizia minorile e di comunità) nelle strutture del privato, del terzo settore, della cooperazione e lavorano fianco a fianco con le persone, con la gente di tutte le provenienze culturali e religiose senza sosta, in condizioni spesso di precariato economico ed organizzativo.
Per questo siamo convinti che sia necessario risanare l’intero sistema dei servizi sociali attraverso investimenti economici e professionali, quali servizi pubblici essenziali, volti a garantire il godimento di diritti della persona costituzionalmente tutelati, come indicato dalla legge 328/00 e dalla legge 77/20 e farli diventare una realtà tangibile e strutturata da nord a sud anche attraverso il superamento delle procedure di assunzione di personale che la recente legge 178/20 non ha potuto ricomprendere, attraverso modalità semplificate e straordinarie che il momento richiede .
In sintesi le nostre richieste
1) Assunzione di un numero consistente di assistenti sociali nei diversi settori (con un rapporto professionista Assistente Sociale/popolazione – sia nelle ASL che nei Comuni, pari a 1/3000 abitanti), disponendo di bandire nuovi concorsi e facendo da subito ricorso a forme di stabilizzazione e/o di attività libero-professionale, superando definitivamente ogni forma di precariato e di esternalizzazione dei servizi.
2) Istituzione del Servizio Sociale Professionale con dirigenza omologa in tutte le pubbliche amministrazioni (con la previsione di concorsi per assistenti sociali dirigenti), a livello nazionale, da collocare nell’ambito della Sanità, delle Funzioni Locali, delle Funzioni Centrali (Ministeri Giustizia e Interno e EPNE: INPS e INAIL) e nel settore privato. A questo proposito si chiede di ripristinare la dirigenza di servizio sociale negli uffici di esecuzione penale esterna del Ministero della Giustizia, riservandone l’accesso agli iscritti alla sez. A dell’Albo dell’Ordine degli assistenti sociali.
3) Assegnazione dell’Assistente Sociale nei micro-team della Medicina Generale e delle AFT/Equipe Territoriali, per una presa in carico globale delle persone in termini di prevenzione, accoglienza e accompagnamento nelle fasi della vita.
4) Atto di indirizzo per svolgimento di attività specialistica convenzionata con Assistenti Sociali che operano in regime di libera professione in Sanità, nelle Funzioni Locali, e nei Ministeri, ricorrendo anche a forme di accreditamento professionale, come da sempre avviene per i medici e più di recente, per gli psicologi nella Provincia di Trento, attraverso accordi tra l’Ordine professionale e il Ministero dell’Università destinate a tematiche particolarmente delicate come la violenza di genere, la violenza assistita, la tutela dei minori e dei non autosufficienti, ecc..
5) Attivazione di un servizio sociale di consulenza, orientamento e supporto in ambito scolastico, quale misura urgente per il sostegno al personale docente e non docente, agli studenti e alle famiglie in tutte le scuole di ogni ordine e grado.
6) Riapertura delle trattative per il rinnovo dei contratti, con riclassificazione del personale che tenga conto di formazione, competenza, autonomia e responsabilità, un dignitoso adeguamento retributivo quale riconoscimento di alta professionalità per gli assistenti sociali e recupero del lungo periodo di blocco contrattuale e delle retribuzioni.
Offriamo la nostra completa disponibilità al Governo per fornire ogni ulteriore contributo, nell’interesse della categoria professionale che rappresentiamo e dei cittadini cui si rivolgono quotidianamente i nostri interventi e restiamo in attesa sia di un riscontro alla presente ma anche di una convocazione, per meglio precisare le nostre richieste.
Il segretario Generale CSE – Marco Carlo Magno
Il segretario Generale SUNAS – Resp. dipartimento politiche sociali CSE – Salvatore Poidomani