Il SUNAS e il Centro Studi IRIS Socialia hanno partecipato alla IV Conferenza Italiana alla Conferenza Italiana sulla Ricerca di Servizio Sociale– CIRSS,  svoltasi a Lecce dal 6 all’8 giugno 2024 presentando i risultati di due ricerche –  la prima sul Servizio Sociale Professionale in sanità, la seconda sulle condizioni lavorative e professionali degli assistenti Sociali nel Terzo Settore –  e un poster sulla Diagnosi sociale e certificazione sociale.

La presentazione della Ricerca nazionale sul Servizio Sociale Professionale in sanità, a cura di Salvatore Poidomani, Delia Manferoce,  Lorella Perugini e Cristina Petrotta ha messo in luce il lavoro di un gruppo istituito dal Consiglio Nazionale del SUNAS, supportato dalla segreteria nazionale e da tutte le segreterie regionali.

Obiettivo del progetto di ricerca -azione è stato quello di pervenire ad una più approfondita conoscenza dello stato dell’arte del Servizio Sociale Professionale in Sanità, considerandolo un servizio fondamentale nel complesso sistema dei servizi alla persona.

La pandemia da Covid 19 ha fortemente evidenziato la necessità di considerare i bisogni di salute del cittadino con forte attenzione alla dimensione della Cura e al Care dimensione del sociale in quanto ci troviamo sempre più a far fronte a bisogni complessi per una tipologia di paziente fragile e vulnerabile con patologie croniche che richiedono una presa in carico di lungo periodo da parte di un sistema di servizi fortemente integrato.

Con il PNRR e il DM 77 si ridisegnerà una nuova architettura dei servizi e questa deve tener conto di tali esigenze e solo con un Servizio Sociale Professionale strutturato e presente nel sistema servizi sanitari sarà possibile garantire un servizio di qualità al cittadino.

La ricerca sin qui condotta ha permesso di avviare un confronto con diversi stakholder dei singoli territori; sono stati elaborati strumenti di raccolta dati e sono state effettuate interviste strutturate con i rappresentanti degli Ordini degli assistenti sociali di tutte le regioni italiane. Significativa, anche se non completa la documentazione raccolta sul SSP.

SUNAS e Centro Studi proseguiranno nel percorso di ricerca allo scopo di approfondire lo studio e la definizione di linee guida per l’istituzione del SSP in sanità quale struttura operativa cui afferiscano tutti gli Assistenti sociali e che abbia il compito anche di predisporre strumenti e procedure specifiche a tutela di singolo professionista e a garanzia di una maggior qualità di intervento per il cittadino.

 

La ricerca quanti-qualitativa promossa dal Coordinamento nazionale SUNAS Assistenti Sociali Terzo Settore, a cura di Caterina Pisanu, Vincenza Cinzia Ripa , Andrea Romano , Delia Manferoce , Salvatore Poidomani, è stata realizzata attraverso un questionario sottoposto agli Assistenti Sociali di tutta Italia operanti negli ETS (circa 10.000 – dati CNOAS 2021), in particolare quelli che operano nelle cooperative sociali.

L’obiettivo è stato quello di comprenderne la situazione lavorativa per una corretta conoscenza e un corretto impiego di questa figura professionale all’interno di un settore fondamentale per il supporto alle Istituzioni pubbliche nell’offerta dei Servizi rivolti alla persona. La ricerca ha voluto essere anche l’occasione per promuovere maggiore conoscenza dei diritti dei lavoratori e quindi un percorso di crescita professionale,

Per raggiungere tutti i destinatari, il questionario (che utilizza Google Moduli), è stato inviato a tutti i CROAS per la pubblicizzazione e diffuso attraverso i social network.

Il questionario, oltre ad analizzare la posizione lavorativa degli Assistenti Sociali, è rivolto ad esaminare tipologia contrattuale, durata del contratto, l’inquadramento/categoria di riferimento del contratto, orario di lavoro, compenso nei termini di scadenza, eventuali indennità/premi, stipula di più contratti, prestazioni e attività svolte anche diverse dal profilo professionale, ruoli di coordinamento del servizio sociale, attività di formazione a carico del datore di lavoro, supervisione professionale, incontri in equipe, attività di co-progettazione.

I risultati verranno resi noti attraverso un evento formativo accreditato al CNOAS che coinvolgerà anche tutti i partecipanti al questionario.

Infine è stato realizzato e presentato un Poster su “Diagnosi sociale e certificazione sociale: quali strumenti di valutazione”, a cura di Lorella Perugini e Delia Manferoce.

Punto di partenza dell’analisi lo sguardo sui nuovi scenari demografici e le nuove normative che ridisegnano l’architettura dei servizi socio sanitari nonché le nuove normative sulla disabilità che indicano come esigenza prioritaria quella di rispondere ai bisogni complessi del cittadino con un approccio multiprofessionale e con l’utilizzo di strumenti che consentano la valutazione sugli ambiti professionali di competenza specifica.

La valutazione sociale che permette di definire una “diagnosi sociale” deve essere effettuata con strumenti specifici per la nostra professione, spesso questi strumenti sono presi a prestito da altre professioni ad esempio l’Indice di BRASS, Scala BIM , Scala IADL , ma sono strumenti che solo parzialmente possono esser di aiuto per una valutazione della fragilità socio sanitaria completa.

La valutazione della dimensione sociale per il Servizio Sociale Professionale diventa un’esigenza prioritaria per completare la valutazione fatta sulla dimensione sanitaria e precisamente sui bisogni di cura e terapie e propedeutica all’individuazione del setting appropriato per i bisogni del paziente.

La scheda valutativa a valenza predittiva dotata di score permette di stratificare il bisogno ed individuare il livello di fragilità che si ricava dalla somma indicata nelle diverse dimensioni del sociale: abitativa, competenze/skill del paziente, rete parentale e sociale, economico-reddituale, condizione sanitaria. Ad ogni livello di fragilità da lieve-medio-grave corrisponde l’attivazione di interventi con modi e tempi definiti e il relativo setting.

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