Occorrono nuove assunzioni, stabilizzazioni e valorizzazione delle professionalità.
Il SUNAS, in merito all’approvazione del Decreto PNRR da parte del Senato, ritiene di dover esprimere le proprie riserve e quindi un giudizio negativo in particolare relativamente a quanto previsto dagli articoli 44-ter e 44-quinquies.
L’art. 44- ter in tema di assunzioni, prevede il superamento del limite vigente, pari al 50% della spesa sostenuta nel 2009, per assumere medici e professionisti sanitari e sociosanitari, ma relativamente ai rapporti di lavoro a tempo determinato; in pratica il risultato di questa scelta sarà l’ampliamento della platea dei precari, con il ricorso agli incarichi liberi professionali, alle convenzioni, ai contratti co.co.co, ai contrati di formazione e di somministrazione lavoro.
È evidente che continuare a favorire condizioni lavorative di precarietà significa innanzitutto indebolire il servizio sanitario pubblico, ma anche non valorizzare i professionisti e gli operatori, che vengono così disincentivati e non motivati a rimanere nel pubblico, spingendoli in molti casi a scegliere il privato o addirittura a trasferirsi all’estero.
Come SUNAS, inoltre – in particolare con riferimento alla categoria degli assistenti sociali che rappresentiamo – abbiamo sempre sottolineato, partendo dall’osservazione di quelle che sono le concrete situazioni di lavoro, quanto sia deleterio il precariato. Nonostante l’impegno, la dedizione e l’abnegazione dei colleghi, costretti ad operare in condizioni spesso difficili, con poche risorse a disposizione e strumenti inadeguati, è indubbio che la scarsa valorizzazione delle professionalità, la mancanza di riconoscimento e soprattutto di garanzie per poter pianificare il proprio futuro e la conseguente demotivazione del personale siano alla base di un clima lavorativo che non consente oggettivamente di assicurare ai cittadini l’erogazione di servizi, interventi e prestazioni fondati sulla qualità e sull’appropriatezza, oltrechè sull’efficacia e sull’efficienza.
L’articolo 44-quinquies (Norme in materia di servizi consultoriali), prevede che “Le regioni organizzano i servizi consultoriali nell’ambito della Missione 6, Componente 1, del Pnrr e possono avvalersi, senza nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica, anche del coinvolgimento di soggetti del Terzo settore che abbiano una qualificata esperienza nel sostegno alla maternità.
Ora è vero che questi soggetti vengono indicati nella Legge 194, però la sensazione è che con la presenza del terzo settore nei consultori, così come, si intenda un organico supplementare in competizione con gli operatori pubblici ai quali, anche in questo caso, non viene dato il giusto riconoscimento per il lavoro svolto in tutti questi anni nei servizi consultoriali che, lo ricordiamo, non dovrebbero rappresentare dei semplici presidi sanitari per favorire le interruzioni di gravidanza ma luoghi di promozione della salute, di prevenzione e di educazione sanitaria. Se purtroppo, oggi i consultori vengono considerati prevalentemente come ambulatori sanitari erogatori di prestazioni ostetriche e ginecologiche, la responsabilità è di quella visione aziendalistica della sanità e delle conseguenti scelte organizzative che hanno causato un depotenziamento strutturale di questi servizi e la riduzione del personale; in molti di esse mancano medici, ostetriche, psicologi e soprattutto assistenti sociali.
Il SUNAS continuerà a sollecitare il Governo, le Regioni e le istituzioni sanitarie territoriali per l’attuazione di politiche e azioni mirate al potenziamento dei servizi territoriali sanitari e socio-sanitari, per cui si rende necessaria la previsione di risorse adeguate, incluse quelle atte a favorire nuove e stabili assunzioni di personale.
Roma 27 aprile 2024