Proseguono gli incontri all’Aran per il rinnovo del CCNL di Sanità Pubblica.
Il 21 Novembre scorso si è registrata l’ennesima seduta interlocutoria, in attesa della definitiva approvazione della legge di bilancio, che non ha prodotto grandi passi in avanti a livello normativo.
Infatti, varie sono le questioni in sospeso, su cui l’Agenzia, a seguito del tavolo tecnico del 5 Novembre, si è riservata di valutare o meno l’accoglimento, tra cui quella dell’orario convenzionale. Su altri argomenti rilevanti, come ad esempio mensa e buoni pasto, cruciali per definire, in un quadro d’insieme, anche le disposizioni sulla pausa per riposo psicofisico, da parte dell’Agenzia non sono state ancora presentate proposte all’attenzione delle OO.SS.
Tra le novità proposte nella nuova bozza del CCNL vi è l’inserimento della distribuzione delle risorse tecniche tra le materie della contrattazione integrativa aziendale, la possibilità di aumentare del 50% l’importo minimo degli incarichi di base per gruppi omogenei di servizi e la specificazione della trattenuta su base oraria in caso di adesione ad uno sciopero. Su queste novità c’è stata sostanziale condivisione della parte sindacale.
L’Aran ha, inoltre, proposto di inserire un articolo sul patrocinio legale da parte dell’azienda ma con finanziamento a carico dei fondi del personale e la regola di non cumulabilità tra l’indennità di Pronto soccorso (su cui molte Regioni non sono in regola su pagamenti e adeguamenti di legge) e l’indennità di disagio per particolari di lavoro ex art. 107.
Riteniamo entrambe le disposizioni non condivisibili: nel caso del patrocinio legale il relativo costo deve essere posto a carico del Bilancio degli enti al di fuori dei fondi del personale, già limitati, stante l’obbligo del datore di lavoro di assicurare la salute psico fisica del lavoratore, mentre per l’indennità di pronto soccorso non è, a nostro parere, accettabile la modifica proposta, in peggioramento rispetto al precedente CCNL, che porterebbe ad una riduzione non indifferente degli importi finora erogati a chi lavora negli ambiti di emergenza urgenza al fine di fornire un minimo ristoro a fronte di un forte disagio.
Per quanto riguarda le indennità, l’Aran ha proposto incrementi di € 5,22 euro mensili lordi dall’01/01/2024 per l’indennità di specificità infermieristica e di € 2,95 euro per quella di tutela del malato mentre dal prossimo anno l’aumento sarebbe, rispettivamente, di € 12,28 e di € 9,34 euro mensili lordi. Importi decisamente irrisori. Mentre ad oggi nessuna risorsa è stata assegnata all’aumento delle indennità legate alle condizioni di lavoro, delle indennità festive e notturne e comunque si attingerebbe alle già esigue risorse dei fondi contrattuali. Stesso meccanismo per il welfare aziendale, una significativa innovazione potenzialmente rivolta a portare a benefici aggiuntivi per il personale, ma che a nostro giudizio, vede smorzate le potenzialità previste dalle norme dal momento che il relativo costo sarebbe a carico dei fondi aziendali del personale e non, invece, dei bilanci regionali, che dovrebbero essere per questo adeguatamente incrementati. Ci si augura che nella prossima riunione, del 17 dicembre, si possano avere riscontri positivi in merito ad alcune importanti proposte, ad esempio, sulla formazione, sull’orario di lavoro e su i buoni pasto e mensa, per i quali ricordiamo che CSE Sanità ha vinto su Roma dei ricorsi con il riconoscimento dei ticket sostituivi in caso di mancata fruizione del servizio di ristorazione. La CSE Sanità continuerà a tenere aggiornati gli iscritti e i lavoratoti del Comparto.
Il Collegio di presidenza
f.to
Elena Izzo Salvatore Poidomani