Il DdL sulla bozza di legge di bilancio 2025 approvato dal Governo non risponde alle attese dei professionisti e dei cittadini. Ci auguriamo possa essere migliorato durante l’iter parlamentare che porterà all’approvazione del testo definitivo.
Le nostre osservazioni riguardano in particolare alcune misure previste riguardanti sanità, sociale, welfare, pensioni.
In un contesto di profonda crisi a livello sociale ed economico – aggravata dal perpetuarsi di uno scenario internazionale dominato da una forte instabilità e conflittualità – in cui la povertà aumenta ed il potere di acquisto dei salari non regge il costo della vita, è necessario attuare politiche sociali e sanitarie più eque, soprattutto verso le fasce più deboli della popolazione, è altresì necessario consolidare il sistema sociosanitario delle cure.
Occorrono scelte politiche e interventi normativi per dare dignità e giusto riconoscimento economico alle professioni di cura, investire sulle risorse umane e professionali dell’area socio assistenziale e socio sanitaria, per evitare che esse diventino sempre meno attraenti, soprattutto per le nuove generazioni, e che gli operatori in servizio vivano situazioni di insoddisfazione e demotivazione.
Per la sanità pubblica erano stati annunciati 3,7 miliardi: il prossimo anno ne arriveranno solo 1,3, con cui forse si riuscirà a finanziare i rinnovi dei contratti del personale sanitario e sociosanitario. Un finanziamento che, siamo certi, risulterà sempre inadeguato se si continuerà ad ignorare l’esigenza di valorizzare le professionalità e i professionisti sanitari e sociosanitari, per rendere attrattivo il lavoro di cura. Non è solo un problema di risorse economiche ma queste devono essere comunque adeguate per attuare reali investimenti volti a migliorare e potenziare l’assistenza sanitaria e socio sanitaria offerta ai cittadini.
Come SUNAS abbiamo sempre sostenuto la necessità di una concreta politica di rilancio del SSN basata su una visione strategica, e sistemica, evitando i rischi di una frammentazione delle risorse disponibili e di una loro non equa distribuzione, che creeranno disparità tra le Regioni, costrette inevitabilmente a dover operare tagli, contrarre la spesa per i servizi o ad aumentare la tassazione.
Nel DDL di Bilancio non vi è traccia delle 30.000 assunzioni promesse nel Servizio sanitario nazionale, mentre si ventila l’arrivo di 10mila infermieri dall’India. Questo vuol dire che non sarà possibile far fronte alle carenze di personale e quindi ridurre i carichi di lavoro dei professionisti ed operatori sanitari e sociosanitari, ma soprattutto migliorare e potenziare le attività degli ospedali e i servizi territoriali che oggi sono in grave difficoltà e con le liste di attesa che creano tempi insostenibili con lunghe le liste di attesa che costringono i cittadini a rivolgersi alle strutture private, a pagamento o, peggio, a rinunciare alle cure .
Anche gli assistenti sociali che operano nel SSN hanno subito negli ultimi anni una forte riduzione in termini numerici, dovendo scontare, per un verso il blocco delle assunzioni e, per altro verso, un mancato pieno riconoscimento del loro ruolo professionale e manageriale, fondamentale per metterlo nelle condizioni di dare un significativo contributo alla promozione di una sanità più equa e inclusiva verso le fasce di popolazione più fragili.
Occorre avere da parte del governo il coraggio di elaborare un piano di rilancio del finanziamento pubblico, riorganizzare e ammodernare il più importante servizio pubblico nazionale, il SSN istituito a salvaguardia della salute di tutte le persone quale diritto fondamentale dettato dall’art. 32 della nostra Costituzione secondo i principi fondamentali dell’universalismo, dell’uguaglianza e dell’equità.
QUESTA LA NOTA INVIATA ALLE FORZE POLITICHE E AL PARLAMENTO