In vista dell’imminente entrata in vigore del nuovo Codice Deontologico dell’assistente sociale prevista per il 1° giugno 2020, il SUNAS, ritenendo di rappresentare una posizione condivisa anche da molti colleghi non iscritti al Sindacato, nel ribadire quanto evidenziato nella precedente nota del 10/12/2019, intende rappresentare quanto segue.
Abbiamo da subito condiviso l’opportunità di aggiornare l’attuale Codice Deontologico, per adeguarlo ai cambiamenti intervenuti in ambito giuridico-normativo, lavorativo e nella società.
Nella fase di raccolta delle proposte e di elaborazione dell’ultima bozza del nuovo testo del Codice l’auspicata partecipazione della comunità professionale è stata ampia, diffusa e vivace.
Il SUNAS, insieme ad altre rappresentanze professionali, aveva chiesto che vi fosse la possibilità di partecipare anche alla fase di restituzione e di presentazione della bozza finale, ma ciò non è avvenuto.
Esprimiamo perciò le nostre perplessità sul testo finale approvato, mentre avemmo voluto poter contribuire in modo più dialettico e costruttivo.
Dal punto di vista formale, a nostro avviso, il testo risulta complessivamente farraginoso, presenta dissimmetrie, contraddizioni e ridondanze che ne rendono poco agile l’utilizzo e che rischiano di creare confusione.
In un documento basilare e fondante come il Codice Deontologico la forma è più che mai importante, considerando anche che il Codice non si rivolge solo all’interno della famiglia professionale, ma è il documento che ci presenta e rappresenta di fronte alla società civile.
Dal punto di vista dei contenuti, riteniamo che sia stata data un’impronta di tipo eccessivamente regolamentare e prescrittivo, ed evidenziamo le seguenti criticità:
- non esalta adeguatamente il principio della legge 84/93: “autonomia tecnicoprofessionale e di giudizio” (art. 1);
- contiene passaggi contraddittori circa l’indicazione di alcuni comportamenti cui deve attenersi il professionista in base alla sua differente condizione contrattuale/lavorativa;
- va oltre le competenze dell’Ordine e rischia di sovrapporsi al regolamento di disciplina già in vigore;
- manca di un preciso riferimento, nella parte successiva al Titolo III, al concetto di responsabilità, che a sua volta deve richiamare il professionista all’assunzione di consapevolezza della funzione che svolge e del suo agire;il riferimento al divieto di esercitare la professione in forma gratuita non è reso in modo chiaro, rischiando di causare fraintendimenti (articolo 23). Riteniamo che non sia la forma della gratuità a dover essere messa in discussione, quanto la surrettizia sostituzione di un incarico lavorativo con attività volontaria non retribuita;
Il Codice, come abbiamo già avuto modo di affermare, deve rappresentare un’autorevole guida e uno strumento per orientare l’azione e le scelte politiche ed organizzative dell’assistente sociale, su cui modellare e promuovere l’identità professionale e orientare l’esercizio professionale.
Questa nuova versione ci sembra riprodurre un codice/regolamento, contenente descrizioni spesso ridondanti di attività e prestazioni, con taglio prescrittivo-punitivo che, a nostro avviso, ne stravolgono le finalità.
Alla luce di quanto sopra esposto chiediamo, pertanto, che il CNOAS valuti, anche in considerazione dell’attuale situazione emergenziale prodotta dal Covid 19, la proposta di sospendere l’entrata in vigore del nuovo Codice Deontologico prevista per il 1° giugno p.v., in modo che si possa creare l’opportunità per stralciare alcune parti che possono essere contenute in un regolamento e riportare ad una nuova veste il testo, presentandolo infine a tutti gli iscritti mediante un referendum per l’approvazione finale da parte di tutta la comunità professionale.
27 maggio 2020
Per la Segreteria Nazionale SUNAS
Il Segretario Generale